RAJBERTI - Arte di convitare parte prima - 1937
Ma andiamo avanti che la matassa da svolgere è grossa. Ora dimando: quanta gente saremo, a tavo- l a ?— Dodici o tredici. — A h !i spero bene che i n- tendiate dire dodici o quattordici: perchè fra tutti i numeri dell'aritmetica i l tredici è quel solo che vi consiglio di scrupolosamente evitare, almeno a pran- zo. Moltissimi credono che i l trovarsi a mensa i n tre- dici (la cifra della morte!) sia di pessimo augurio, e che uno di quel funesto numero debba sicuramente morire dentro l'anno. Capper!i sarebbe un farci pa- gare troppo caro i l pranzo mettendolo al prezzo di una condanna capitale. Nè occorre i l ripetermi che queste sono superstizioni sciocche, riprovevol,i e per- ciò degne d'esser e combattute a tutto potere. Siamo perfettamente d'accordo quanto al primo punto; ma intanto i l fatto di questo pregiudizio sussiste, e l'e- norme fatuità del medesimo non sarà mai argomen- to per inferirne che debba essere poco difuso. Quanto al secondo punto, siamo ancora d'accordo : sì ; è bene dar mano attiva e costante a distruggere le supersti- z i on i: ma nei l ibr,i ma nelle conversazioni, ma dal pulpito, se volete: non mai a tavola, dove si ha lo scopo di far cosa grata a tutti; dove non s'hanno a distruggere che le vivande e le bottiglie e i pensieri melanconici. Stiamo dunque a vedere che oltre al- — 63
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