RAJBERTI - Arte di convitare parte prima - 1937
tica, riottosa. Se ci troveremo a tavola in tredici, lo sapremo di certo, perchè è una specie d'istinto quel- lo di numerare i compagni di mensa : e chi non vi pensasse, se lo sentirebbe a dire nell'orecchio dal vici- no. Ora, la cosa potrebbe dispiacere più che medio- cremente ad alcuni, anche a uno solo; via! nel secolo dei lumi mi l imito a uno. E ciò basta perchè vi fac- ciate un dovere di evitare quella cifra. Ma, e se, prestabilito i l numero di dodic,i sopra- giugnesse all 'ultimo momento un tredicesimo ina- spettato? e se dei quattordici ne mancasse uno?-— In simiil frangenti fate giocare di comodino uno dei vostri figliuoletti, i l quale debba pranzare o con voi o in cucina secondo le esigenze del caso. Una gentile signora che non aveva figli faceva servire di como- dino un amico, l'amico del cuore. Trovando che per qualunque inaspettato accidente si riescisse al tredici, tentava i l colpo di far pregare qualche vicino di casa, in via di grazia, anche solo per sedere ozioso a ta- vola, qualora avesse già pranzato. Se lo scopo andava fallito, ingiungeva all'amico di svignarsela con de- strezza all'atto di porsi a mensa, e andare per quel giorno all'osteria. Nè si può pretendere meno dal- l'amico del cuore, in quest'epoca prosaica e poltrona che non lo obliga più a correre armato a battersi coi
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