RAJBERTI - Arte di convitare parte prima - 1937

• - vicini di posto. Rispettiamo pure i pranzi d'un capo di famiglia nelle primarie solennità, quando si rac- colgono e figli e nuore e nipoti e cognati e cugini: genere sacro, patriarcale. Ammi r iamo pure i pranzi •V lucullesch,i meravigliosi per scienza di oltramontani cuochi, e per ricchezza d'argenti, di cristalleria, di porcellane, di livree: genere artistico, illustre, gran genere! Andiamo anche, secondo la tendenza del se- colo, ai mostruosi pranzi di società, dai cento e più coperti, intesi a onorare qualche uomo celebre o po- tente; genere h o r r e n d, u imn f o r,m eingens:, ma sono tutte cose ben diverse dai pranzetti cordiali e alla buona, di cui voglio ragionarv.i Specialmente nel ter- zo dei generi accennati si va tra gente che non si è veduta mai, a cui non si è presentati, di cui non s'im- para nemmeno i l nome. Là s'incontra muso a muso il più aborrito nemico senza guardarlo, e nessuno se n'accorge. Là è un aggregarsi a caso e un segregarsi ad arte in molti piccoli crocchi che fanno da sè per- che provano i l bisogno della confidenza fra tanta soggezione. Moralmente parlando, non si è mai così in pochi come quando si è i n troppi: a segno tale che una moltitudine sconosciuta ci richiama subito l'idea del nostro isolamento, e ci rende una penosa sensazione di vuoto: per esempio, quando si siede 68 •

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