RAJBERTI - Arte di convitare parte seconda - 1937

mente i l sentimento della propria dignità, e s'è r i- dotto a dare brutto spettacolo di sè con un'allegria incomposta, con una parlantina sfrenata o d'indole pericolosa: o, peggio ancora, preso da umore tetro, sospettoso, bestiale, interpretare sinistramente ogni parola altrui e pigliarne fomite di litigi e di provo- cazioni ! Casi rari, eccezionali, dirà taluno. " Bagat- telle! non ci mancherebbe altro che di essere fre- • quenti: intanto se non lo sono, certo non è per omissione vostra. E non occorre arrivare fino a quel punto per darci la prova che gli eccitamenti a bere sono di peggior natura di quelli intesi a far man- giare: e io per la troppa evidenza della loro into- lerabilità mi limito ad annunziare i l fatto ohe sono nientemeno communi e insistenti degli altri. Basta bene che la copia e la varietà dei vini sieno una tentazione per sè, senza avvalorarla con le vostre pre- ghiere. Figuratevi che quando uno si rifiuta a bere per l'ottima ragione che ha già bevuto anche troppo, si arriva a rispondergli : « Ebbene, beva senza paura di questo vino che fa passare. » Ma di grazia, che cosa fa passare? tutto l 'altro vino? È proprio così che l'intendono. Oh scienza nuova e sconosciuta ai fisici profani! hanno inventato i l vino che lava via tutti i vini già bevuti, e i loro dannosi effetti. Ma è

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