RAJBERTI - Arte di convitare parte seconda - 1937

fa beffe dei leggieri e graziosi, non darebbe dieci soldi d'una bottiglia di Bordò, prima qualità. Notate poi bene che i l vino da tavola deve essere in tavola tosto che comincia i l pranzo, o anche prima, essendo assai più giusto che egli aspetti noi, anzi- ché noi attendiamo lui . V'hanno taluni così ine- sperti del mestiere, che sono capaci di lasciarvi a • tavola un eterno quarto d'ora senza vino: e poi fi- nalmente si vede alcuno della famiglia a porsi un qualche cosa tra le ginocchia, e con fuori tanto d'occhi e di lingua, t i ,r a t i ,r a t i ,r a v'è riescito! e ci versa come fosse manna del cielo un vino da metter subito ûYîndice. Oimè, farci attendere tanto tempo, e poi cominciare coi vini furbi e manipolati! Un commensale nuovo capisce addirittura lo stile della casa, e dice i n cuor suo: «Per oggi sto fre- sco : ma non me la farete una seconda volta. » E poi, che volete? alle mense del buon popolo i vini suggellati inspirano d'ordinario una troppo giusta diffidenza, perchè i più non se ne intendono e sono troppo facili ad accontentarsi dei nomi: e in mate- ria di vin,i sotto a nomi celebri e venerabili, girano in commercio bevande così perverse e immorail che, a dirvi i l mio debole sentimento, mi fanno assai più paura che i l Socialismo. E non è solo a tavola che i

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