RAJBERTI - Arte di convitare parte seconda - 1937
il modo di tenere e di adoperare la vostra libreria? sapete voi se siano vini placidi o ardenti, e a qual momento del pranzo si debbano versare? sapete se siano acerbi di stagionatura, o passati? sapete se questa o quella bottiglia sia svaporata, o divenuta aceto? Non sanno nulla, i traditori. Sapete final- mente che qualche bottiglia potrebbe non esser vino, e contenere o del rhum, o una conserva, o una sal- sa? Sentite un aneddotino. A. Un dopopranzo io passeggiava con un buon amico, che mi lodava a cielo un vino di Valle Polesella da lui fatto imbottigliare qualche tempo prima : l'aveva fatto assaggiare a molti, e tutti ne facevano le con- gratulazion:i infine concluse che si andasse subito a giudicarne. Un passo dopo l'altro, si va : scende egli stesso a prenderne una bottiglia, perchè in queste cose non bisogna fidarsi di nessuno; e nel versarne due bicchieri, mi dimanda: «Te n'intendi tu di vi- ni ? —• Eh, così : quanto basta per distinguere a lume di naso l'ottimo dal pessimo. — Peccato che m non sia un conoscitore di prima sfera: mi sapresti dire che vino bevi. » Intanto che io l'accosto alla bocca, egli col bicchiere in mano, e con un cierino di esul- tanza studiava i moti del mio volto, aspettando l'è- splosione delle lod.i Ma, accorgendosi che la mia
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