RAJBERTI - Arte di convitare parte seconda - 1937

meraviglia era tutt'altro che ammirativa, e che stava per iscoppiare in una risata, mi prevenne: «Per carità, non farti compatire, che saresti m i l primo a non trovarlo superbo. — Ma ti dico. . . .—-Nno c'è niente da dire, nè da eccepire; e se lo critichi, ti farò canzonare da tutti. —- Difatti è impossibile criticarlo, perchè questo non è mai stato vino. » Â tali parole guardò finalmente i l suo bicchiero e si mise a fiutare. Indovinate un poco! era nientemeno che caffè brulé. m Ancora due parole. Giunti che saremo all'arrosto nes- suno pretenderà da voi lo sciampagna, che è vino di molto lusso e di troppo costo : anzi, se non siete ric- ch,i verrete santamente disapprovati a volerne servire un pasto d'amici, salvo i l caso di festeggiare alcun for- tunato avvenimento. Ma non crediate però di sosti- tuirgli quella vuota fatuità dello s c i a m p a g n, i n o che è esso pure una vinessa bastarda, e che pare una spre- mitura di mele cotte, con entrovi un granello d'orzo per darle un terribil impeto di fermentazione. D i - fatti all'atto dello sturare, per quanti sforzi s'impie- ghino a frenarne la furia, scoppietta, sprizza, scappa via, bagna dappertutto, le donne strillano, i ragaz- zetti piangono di paura, e tutto questo scalpore fin-i see nello sporcare la bocca con un sorso di schiuma o di saponata dolce come un purgante di manna.

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