RAJBERTI - Arte di convitare parte seconda - 1937

za ottener vini da non temere i l confronto di qua- lunque altro, per quanto celebre, del mondo. Che i signori inglesi o russi paghino carissimo i l bordò, è regolare, perchè non hanno vini da loro, e devono passare sotto alle forche caudine di quei prezzi : e la mercanzia vale tutto i l massimo che si può ricavarne. Ma è per noi che quel costo è assurdo : "ma che i no- stri ricchi tirino da lontano a dieci lire la bottiglia un vino che potrebbero emulare in casa propria con venti o trenta soldi, questo è lo sconcio che confina col sacrilegio. Figuriamoci se l'Italia, i l più meravi- glioso giardino dell'universo, ha da invidiare i vigne- ti della Gironda! Nè vale i l dirmi che appunto abbi- sognano terreni magri per l'eccellenza di quel pro- dotto: perchè noi abbiamo e i l magro e i l grasso, e l'asciutto e i l bagnato, e le costiere e le scogliere, e i poggi a scalinate e le colline, e i terreni vulca- n i c i: tutto noi abbiamo in Italia, tutto.... fuorché l'Italia. È proprio l'abbondanza che ci fa negligenti, come quei ragazzi dhe sapendo d'esser ricchi non • vogliono seccarsi a studiare. Dove i l suolo è ferti- lissimo, l'industria non si avvantaggia di tutte quelle arti onde si fanno forti gli abitatori di terre ingrate. L'estate scorso, in casa d'un mio coltissimo amico a qualche miglio da Monza ebbi occasione di esaurire

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