RAJBERTI - Arte di convitare parte seconda - 1937
navigabilità. E dove lascio i vini siciliani ? e i l Capri ? e i l Lacrima-cristi, i l cui solo nome sublimemente poetico inspira venerazione? e i vini di Toscana, produttrice di tutte le cose buone come di tutte le cose belle? Nel mio ritorno dal viaggio scientifico a Napol,i una mattina sbarcammo a Livorno: e si pensò tosto al- la colazione perchè, ritenetelo, a ventre digiuno non v'è scienza che faccia buon pro. Quind,i unitici in tre amici dei più persuasi di questa massima, ci ac- cingemmo, senza perdere un istante, alla scoperta di un'osteria. Entrati in un sito di apparenza sover- chiamente modesta, talché eravamo per retrocedere, ci colpì un soave odore, per lo che si ragionò: «Diogene, che era pure un gran savio, albergava in una botte di legno; e la sapienza non deve più essere troppo aristocratica. Oste! portateci del meglio che avete sui fornell,i e sopratutto che i l vino sia buono, per carità ! » Dopo qualche minuto ci pose sulla tavola una damigiana, vestita tutta di vimin,i ma di una capacità così enorme pel caso nostro, che mi manca i l coraggio di dirvi quante bottiglie a mio debole avviso contenesse . Fui tentato perfino di cre- dere che volesse mettermi davanti la parodia della mia pancia. «Come diamine volete che vuotiamo
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