RAJBERTI - Arte di convitare parte seconda - 1937
Falerno, quel Falerno tanto decantato da Catullo e Orazio là in quei tempi eroici quando i poeti be- veano così bene! — Zitti che vien l'oste, e se ascolta queste lodi ce lo farà pagare i l doppio del suo prez- zo; ehi, come si chiama questo vino?-—Vino fio- rentino. —- Ah per Bacco, dovevamo argomentarlo in forza di analogia, e direi che siamo tre dotti da scar- to, se non ne conoscessi moltissimi peggiori di noi: anzi, ritengo che io, io avrei colpito nel segno se aspettavamo a saperlo due minuti ancora: perchè, essendo le cose tutte di questo mondo regolate da leggi mirabiil di corrispondenze e di armonia, era facile a capire che dove si parla la più bella lingua d'Italia, là si deve fare i l vino migliore. Sì, questo vino non può essere che di Firenze. » E lì, tra un bocconcino e l'altro, a provarlo ancora viemeglio, e a sempre più persuaderci della sua provenienza, e a convalidare il bere coll'elogio e l'elogio col bere. In- somma a furia di attenerci al gran motto di Gal-i leo: p r o v a on de r i p r o v a,n d o unico mezzo di riescire ai risultati concludenti e finali e meravigliosi, anche noi siamo riesciti a vedere il fondo del fiasco. Co-l la perseveranza si vincono pure le grandi difficoltà! Bisogna poi anche riflettere che noi eravamo tre scienziati, e perciò in diritto di bere come un dop-
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