RAJBERTI - Arte di convitare parte seconda - 1937

pio numero d'ignoranti e anche più, massime in via esperimentale. Nè crediate già che quel vino ci fa- cesse male, oibò! l'oste saggio, con quel suo pratico colpo d'occhio, aveva conguagliato i l fiasco alla cie- ra degli ospiti suoi, e presentata la giusta misura. Ora, è i l vino cattivo che fa male, i l buono fa sem- pre bene, quando se ne usa con la debita modera- zione (di fatti noi non ne volemmo più altro), e quando chi beve è mens sana in corpore sano. In pro- va di che quel giorno siamo stati benissimo, divina- mente. Vedute le migliori rarità di Livorno, s'andò per la strada ferrata a Pisa ad ammirare le rive del- l 'Arno, i l Cimitero, i l Duomo; fecimo risuonare la volta del Battistero con le nostre voci stentoree: nè si risparmiarono le osservazioni estetiche davanti al- la Torre pendente. «Che ne dici di questa baracca così storta?—-Eh, di quando in quando fa bell'ef- fetto anche questo come a vedere un bel gobbo.— Non ti pare che faccia un gentile inchino a noi fo- restieri ?— No, caro, perchè non si piega verso di no:i a me pare piuttosto che abbia bevuto lei sola tutto i l nostro vino di questa mattina. — Vedi come si presenta bene i l mare in lontananza ! — E che cos'è quella montagna là nel mezzo ?—È l'isola Capraja, o per lo meno la Gorgona. — A h, ora capisco i l

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