RAJBERTI - Arte di convitare parte seconda - 1937

madre non sapeva neppure che i l mio cognome esi- stesse : e tu, Melchisedecco... cioè Matusalemme dei vini, stavi là ad aspettar me: me, bestia ingrata, o almeno spensierata cui non passò mai nella fantasia ottusa la possibilità di ma esistenza. Oh non sarà più così nell'avvenire, te lo dico io, veh! T i prometto, e guarda quanti uomini di talento e quante belle don- ne stanno qui ad ascoltarmi con la bocca aperta, che se io dovessi campare gli anni di Noè inventore del vino e dell'ubriachezza, non dimenticherò più que- sta sera e questo ottocento due. Ma, oimè, che giova, se nell'atto stesso di riconoscerti e idolatrarti per sempre, tu muori e sparisci dalla terra dove abitasti tanti anni inosservato e all'oscuro per mio beneficio? che vuoi farci? rassegnarti è lasciarti bevere: pur troppo è i l solito che accade i n hac l a c r y mma r uv a- l l e ', finché si è viv,i oscurità, isolamento, e peggio ancora: la gratitudine del mondo reo è postuma quasi sempre. » Questa è una parte, e forse non la più matta, dell'improvvios di quel cervello balzano: ma come ripeterlo tutto dopo tanto tempo, e colla penna in mano, e colle fauci asciutte e con arido i l cuore? bisognerebbe avere d'avanti agli occhi un ot- tocento due, e nel ventre molti altri millesimi po-

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