RAJBERTI - Arte di convitare parte seconda - 1937
I vini fanno venire in mente i brindis.i Oh, la brut- ta e detestabile usanza che sono i brindis!i Tuttoché isolato dal mondo, e fuori di pericolo di doverne fa- re, mi sento ancora i brividi al solo pensarvi. Il pran- zo, una delle migliori gioje della vita, hanno avuto il talento di guastarla proprio sul fine colla male- dizione della poesia obligata: i n cauda v e n e n ;u m giacché io qui per brindisi intendo i versi adulatori che pur troppo è costume di leggere a tavola in certe ricorrenze. È propriamente i l caso di dire che i l dia- volo ha voluto metterci la coda : tanto che in questo mondo una cosa tutta bella e perfetta non ci abbia da esser mai. La disgrazia però è di pochi, anzi l i - mitata a quei pochissimi che scrivendo hanno la re- sponsabilità delle proprie parole, e sono ridotti al mal partito di non lasciarsene scappare una che non sia confessabile in faccia al publico rispettabile. Per li altri tutti di solito è noja, e nulla più. Oh beati i pranzi diplomatici e politici (all'estero, s'intende bene), dove uno si leva a seriamente ciarlare in fa- cile prosa, e gli altri seriamente attendono a bere e applaudire! dove si fanno tanti toast, e a tanti per- sonaggi, che se si bevesse un sorso di vino a onor di ciascuno, i commensali dall'essere a tavola do- vrebbero riescire tutti sotto alla tavola a russare per
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