RAJBERTI - Arte di convitare parte seconda - 1937
De dì sù pussee ciar quel ch'è de dì: E allor!i demmegh on altra boffadina Per fa passa sti vers de Barlassina. Il meno indulgente de' miei lettori non potrà mai trovare questi versi tanto meschini, quanto stupendi parvero allora a una comitiva eccitata dai vapori dello sciampagna, e bisognosa di schiamazzare. Il successo fu immenso, strepitoso, frenetico. A ogni sestina, e spesso a ogni verso era un gran battimano, e una gran salva di bene! di b r a v! o di b i s ! e, se male non mi ricordo, credo che per rinforzare quel coro, urlassi bis e bravo anch'io. L'anno susseguente torna a capitare la festa di S. Carlo a Ceriano. Ora siamo al buono. V i lascio ima- ginare se tra gl'invitati io ero i l capo di lista. Credo che all'estremo caso di una piazza mancante, piut- tosto che rinunciare a me, avrebbero mandato a spasso Don Carlo. Ma come si fa ? ho da andare con un altro brindisi in saccoccia? e che altro si potreb- be dire? Avviis sopra avvisi che mi guardassi bene dal mancare: e io a protestare che aveva troppi ma- lati in cura, e non potevo. I birboni hanno capito il latino, e mi proibirono espressamente di far versi, e mi offrirono una carrozza a tutta mia disposizione s — J 39
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