RAJBERTI - Arte di convitare parte seconda - 1937

da quella brava gente che sono dovrebbero fare un ricorso in carta bollata per ottenere la rettificazione giuridica e legale di un tanto sproposito: altrimenti crederemo che vogliano vestirsi delle penne del pa- vone. Io l'ho coi letterati, vedi, perchè sono cinque secoli e più, fino dal tempo di Dante, che si tormen- tano e ci tormentano colle questioni di l ingua: e che fanno l i ti d'inferno, e che si beccano peggio che i polil in una capponaia: e non solo per la lingua, ma a poco a poco per l'abbici, e l'ortografia e le consonanti doppie, e gli accenti e le virgole, che è uno sfinimento, e non si sa più a chi credere o a chi dare ascolto. E poi quando si tratta di parole che dovrebbero prenderle da chi le ha inventate in- sieme alle cose, dal popolo, e dall'uso commune, creano di loro capo termini assurdi, per singolariz- zarsi: e sono capaci di chiamare a r g o m eon t il ser- viziale e p a r m i g ioa n i l formaggio di grana. Mi pare che sarebbe i l caso di applicar loro per punizione i loro stessi a r g o m e.n t i Che ne dic,i Giorgio? non è cosa da diventar matti a pensarvi?—-Dico anch'io che un'idea fissa può far diventar matto un uomo, e perciò finiscila, se no io non ti lascerò più bere. — Oh, in quanto a questo io bevo ancora perchè ho da ragionare, e lè mie ragioni voglio dirle tutte.

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