RAJBERTI - Arte di convitare parte seconda - 1937

dicevo, u b i p l uar n i t te ni n C a r m i, n e n o n ego p a u sc i o f f e n dr a m a c u, l i s il che all'ingrosso significa, che quando i l pranzo nel complesso è buono, non si deve sofisticare sui lievi difetti, nè arricciare i l naso sulle piccole macchie, per esempio sulle macchie del- le candele di sego. Adesso voglio lasciare in pace l'amico Giorgio, al quale, essendo finito i l desinare, non saprei più cosa dire; e poi, povero diavolo, deve essere ristucco del- le mie importunità: e mi rivolgerò nuovamente ai lettori per raccontar loro che questo mese di gen- najo mi pervenne una lettera anonima. Non so se agli altri scrittori accada lo stesso: ma è ben raro che io publichi un libercolo senza che mi rechi i l frutto di alquante lettere non sottoscritte, nelle quali mi danno allegramente ora dell'asino, ora dell'arro- gante, ora del birbone, e qualche volta tutti insieme questi titoli, e col dovuto corredo delle prove. Alme- no adesso c'è il vantaggio che col nuovo sistema di apporre i l bollo alle lettere tali strapazzi non impor- tano tassa. Per l'addietro c'era anche i l danno di pagarli : e dover sempre pagare e pagare chi non fa altro che insultarci e vilipenderci, non è cosa molto piacevole: me ne appello a coloro che si trovassero

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