RAJBERTI - Arte di convitare parte seconda - 1937
lita da un frenetico? i servitori mi getterebbero da una finestra? certo che nascerebbe uno scandalo e un parapiglia tale da servire di esempio terribile per un'intera generazione a quei nobili che si arrischia- no di invitare i plebei. Sarebbe come se al Teatro del- la Scala, nel momento più tenero di un duetto , un vile corista venisse avanti a cacciar via Rubin,i e a urlare con la prima donna. » Eccoci nella sala di conversazione: oimè, che fred- do! ma questo locale è diventato una Siberia: cap- peri! s'è aperta una finestra, e i l fuoco è quasi estin- to. Giorgio, un'altra volta fa sorvegliare alla possi- bilità di tali inconvenienti: io sperava di non do- verri più seccare . Presto, dunque, un buon fuoco, vivacissimo (che avrebbe dovuto ardere allegramente durante tutto i l tempo di tavola per mantenere una buona temperatura): poiché i l post p r a n dmi uf r i gs u non significa già che dopo desinare si debba patire il freddo, ma solamente che si ha freddo, perchè i l sangue si ritira dalla periferia ai centri per ajutare il lavoro della digestione; quindi si fa maggiore i l bisogno di un ambiente almeno tanto dolce quanto quello della sala da pranzo. E così noi adesso, invece di ricevere ristoro dal calorico esterno, ci tocca a
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