RAJBERTI - Arte di convitare parte seconda - 1937

disperdere i l nostro e ajutare delle nostre persone i l riscaldamento della stanza. Perdona, vè, se non ho fatto altro tutt'oggi che tormentarti come un rimor- so .— Ma non dire così: era questo i l mio desi- derio, e te ne ho pregato io stesso: anzi, capisco che ci vorranno ancora varie sedute per mettermi proprio a livello delle esigenze moderne: perciò fis- siamo una giornata al più presto da stare ancora insieme.—-Quando tu vuoi: io veramente sono di- ventato molto pigro e restio a rompere le mie abi- tudini domestiche, ma per un buon amico, così vo- lonteroso di approfondirsi nell'arte, sono pronto a tutto: però vorrei che la prima volta fossimo in po- ch:i giacdhè in un circolo più ristretto e non tanto rumoroso raffineremo i ragionamenti, e i miei consi- gli saranno, per così dire, meno gramaticali e più f i- losofici. Anz,i sai? io sarò capace di anticipare la mai venuta di mezz'ora, e scendere in cucina a farti » io stesso i l risotto, che è una delle mie grandi abi- l i tà .— Ah sì, mi ricordo fino da quando eravamo a Pavia, che tu eri la disperazione dei cuochi del G i u r a m e,n t o dei C a mipE l i ,s i della M i s t e r i,o s a quan- do si commandava i l risotto : e stavi là di viva forza ai fornelli a manomettere tutte le casseruole perchè lo facessero bene. —- Oh, ma che razza di cuochi era-

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