RAJBERTI - Arte di convitare parte seconda - 1937
un poco di riposo al gusto e all'olfatto per renderli meglio idonei a valutare tutto i l merito d'una sen- sazione d'indole tanto differente. La fragranza gen- tile e poetica del l e v a ne t s'ha da profanarla in questa atmosfera prosaica e ormai corrotta da tutti gli odori delle vivande? Insomma, intendiamoci chiaro: per il pranzo noi non vogliamo essere assoldati a gior- nata, no: ma nemmeno a cottimo, che si precipita e si strappazza troppo i l mestiere. La padrona di casa, o chi per lei, sorvegli e pro- veda perchè i l caffè (di ottima qualità e immune da qualunque avarìa) sia recentissimamente abbrustoli- to e macinato: così conterrà ancora tutta la sua pre- ziosa untuosità, nè avrà difuso troppo di profumo a benefizio dei profani o dell'aria, e a scapito nostro. Occhio e diligenza all'abbrustolimento che non tra- scenda oltre al dovere: nel qual caso funesto si ot- terrà una semicarbonizzazione con perdita di tutta la parte aromatica: e, fosse anche Moka divino, nel beverlo ci parrebbe un detestabile infuso di peluje di marroni arrostiti. Il caffè sia forte, intenso; tale essendo i l bisogno dei palati e dei ventricoli robusti, e chi non sa reggervi è padrone di prenderne appena un sorso: sia boi- lente, che s'abbia da bere a centellini, e al tempo stes-
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