RAJBERTI - Arte di convitare parte seconda - 1937
care per sempre i l proprio coperto e fors'anche un'u- tile clientela osando contradire al marchese Y , o al conte Z , e far loro intendere che hanno i l bel vezzo di capovolgere tutte le idee : giacché, se un illustris- simo fa tanto di esser bestia, lo è in grado così su- blime da superare perfino la sublimità de* suoi pran- z i. È puro debito di giustizia i l dire che oggidì i l ceto nobile ha proprio perduto la rassomiglianza con quegli antenati sul cui dorso sanguinò senza pietà la scutica pariniana. Mol ti studiano di proposito, e que- sti ordinariamente riescono meglio che noi del po- polo, perchè hanno più facili e abondanti mezzi d' i- struzione, perchè fanno per elezione e simpatia ciò che moltissimi fanno per bisogno di un grado aca- demico, perchè non l i svia dalla meditazione la ne- cessità di tradurre la scienza in quattrini. La sola cit- tà di Milano vanta nel patriziato un bel numero di nomi individualmente illustr.i La maggior parte poi, viaggiando e leggendo, anche solo per passatempo, trattando con dotti e uomini di spirito, acquistano quanto basta di tatto sociale e d'infarinatura enciclo- pedica per essere interessanti nella conversazione, e non cadere in pregiudizii grossolani. Ma tutto ciò non impedisce ancora che si perpetui qua e colà la bella tradizione del bue d'oro: e sarebbe quasi un — 5 3
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