RAJBERTI - Arte di convitare parte seconda - 1937
Qui sent© taluno a dimandarmi : «Dottore, almeno un poco di maldicenza a tavola non ce la proibira,i tu! altrimenti con persone di poche risorse, che cosa s'ha da dire ? » Capisco : volete tentarmi come i Fa- risei colla moneta: e poco manca che non vi dia io pure quella risposta, la quale significa : siate giusti, e date i l fatto suo a ciascuno. Ma non lo fo perchè qui, oltre all'essere una profanazione, sarebbe uno spro- posito: giacché, a dir male del prossimo, assoluta- mente non va bene. Però, siccome su questo tema la maggioranza non mi ascolterebbe, trattandosi di un uso al quale i più si abbandonano senza nemmeno accorgersi, volendo poi proseguire anche accorgen- dosi; così, supponendo un istante che la maldicenza sia proprio una cosa pressoché inevitabile, sarei qua- si per prendere i l partito di darvi una breve lezion- cina sul modo di farla bene, cioè di farla meno male : è già qualche cosa anche questo. In così strana ipotesi comincerei, per esempio, a rac- comandarvi di schivare la maldicenza frivola e pet- tegolesca, perchè è indizio di anima meschina e scioc- ca, e annoja gli uditori di buon senso. Molit anni sono, una signora sapendo che io frequentava (in Milano) un circolo di persone di spirito, mi disse: «Vengo assicurata che in casa X v'è molta maldi-
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