RAJBERTI - Arte di convitare parte seconda - 1937
- cenza. » E io le risposi : « Sì, ma sublime ! » E quel motto diventò quasi proverbiale per la sua ardita e precisa significazione. Era di quella maldicenza che non si abbassa mai alla vigliacca pittura dei difetti fisici, o delle compatibili debolezze che non escludo- no un complesso di virtù e di buon cuore: non era lo stolido investigare la fortuna o le abitudini dome- stiche di Tizio o di Sempronio : non era la rivela- zione di secreti atta a turbare la pace di una famiglia, o a compromettere l'onore di una donna, che ha sempre i l più sacro diritto alla stima sociale finché non l'abbia evidentemente calpestata. Ma si verif-i cava la statura d'un pigmeo che vuol fare i l gigante; ma si misuravano le orecchie d'un asino glorioso; ma si strappava la maschera a un Tartufo; ma si scopriva la scala a chiocciola per la quale un uomo inetto era salito alle cariche, ecc. ecc. Perchè insom- ma nel mondo gavazza una moltitudine di ciurma- dori e di birbi, e la sanzione della publica opinione - ci deve essere come freno salutare alle azioni e alle • ambizion,i e come impedimento all'ultima corrut- tela sociale: e questa opinione deve basare sul vero, e tocca a chi ha intelligenza e rettitudine a i l lum-i narla, a dirigerla, a diventarne, per così dire, la Borsa. E non doveva quella chiamarsi maldicenza 6 8— •
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