RAJBERTI - Arte di convitare parte seconda - 1937

Alcuni convitanti vanno all'eccesso opposto, non fa- cendo altro, durante la tavola, che sciogliersi in iscu- se e condoglianze per chi ebbe la mala fortuna di aggradire un trattamento così indegno del merito del signor tale o della signora tal 'altra: e sarà un pranzetto eccellente. «Perdoneranno, ma è stata una gran petulanza la nostra di voler abusare della loro bontà: loro che saranno avvezzi a pranzi di cuochi, ma di quei delle feste, adattarsi a venire da noi a mangiare i fegatelli! fossero almeno riesciti bene: ma sono stracotti e diventati duri come le suole dei miei stival:i basta, in questo mondo bi- sogna passarne di ogni sorta. Oibò, questa salsa come è agra: scortica la lingua! non vorrei che proseguissero a mangiare per non mortificarci: Ca- terina, cambia subito i l piatto a questi signori; è impossibile che vadano avanti. Ma! quella demonia là in cucina pare che colga tutte le occasioni in cui si vorrebbe far meno male, per far peggio del con- • sueto; voglio darle gli otto giorni. » Costoro levano il respiro a un galantuomo, e lo riducono a non saper più cosa rispondere, nè come contenersi. Con siffatti originail l'invitato è costretto a star sempre in guardia di sè stesso, onde non concedere mai nulla per distrazione, e bisogna prevenire le critiche

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