RAJBERTI - Arte di convitare parte seconda - 1937

starei al patto di pranzar sempre da principe con una posata sola: e voi? Ma i l principalissimo dei discorsi alle tavole del po- polo, i l discorso per antonomasia, quello che do- mina su tutti gli altri, o almeno gli accompagna e gl'interseca, come l'aria che si addossa a tutti i corpi t e penetra per ogni buco, è l'eccitare e i l costringere i commensali a mangiar molto, e di ogni cosa. « Un altro bocconcino! — Ne ho proprio abbastanza.—- Almeno questo pezzetto, è tanto una inezia!—-Ma tiri giù, per bacco, lei mangia come un uccellino. —• Oh, anzi, ho già disordinato.—-A quest'aletta poi non si dice di no; ha ciera di essere così ben cotta. — Andiamo dunque, quante smorfie! o che lei si sente male, o che ha già desinato in casa sua»; e al- tre mille consimili maniere, essendo infinite le for- inole con le quali si obliga un povero diavolo a pi- gliarsi una buona indigestione. Viene in tavola un piatto di polpette : attenti, attenti a Giorgio. « Oh, ecco le famose polpettine della ser- va : è un cibo un po' di confidenza, ma è una specia- lità della mia Gregoria che io preferisco a tutti gli artifizi dei cuochi, e spero che a momenti me ne daranno informazioni. La mia servetta (giacché è

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