RAJBERTI - Arte di convitare parte seconda - 1937
ho anch' io le mie convenienze. » Sopragiunse la moglie che, udita la questione, si mise risolutamen- *te dalla parte del cuoco. Il decoro della carica non permetteva in quel momento ulteriori diverbi,i e s'andò a dormire. Ma come poteva dormire Sua Ec- cellenza avendo in corpo la rabbia di quella di- sdetta col cuoco, con un vii servitore non pagato nemmeno dall'erario, ma dal suo privato peculio? Difatti non chiuse occhio se non dopo aver medi- tato e fissato un suo progetto di rivincita pel giorno seguente. Alal mattina, tutto serio e taciturno, si preparò in grand'abito di gala, e quando, alle un- dici, gli annunziarono che la carrozza era pronta, precipitò come fulmine in cucina, e piantandosi du- ro nel mezzo, con la destra sull'elsa della spada, gridò: «Cuoco! jeri sera avete disobedito al pa- drone di casa: oggi, intendetemi bene, vi parlo co- me magistrato e rappresentante del sovrano: co- mando le polpette! » e calcatosi con fierezza sulla testa i l cappello piumato, si slanciò sdegnosamente nella carrozza e corse alla cattedrale a celebrare la vittoria di Napoleone e la propria. - Ma riprendiamo i l filo del nostro discorso : dove sia- mo rimasti? ah, sì; all'abuso di costringere gli inv-i
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