RATTO - LA CUCINIERA GENOVESE - 1893 copia
- 253 - Si mettono i cinque tuorli in un recipiente messo a sua voltò a bagnomaria nell'acqua bol- lente: si aggiungo lo zucchero e si sbatte fino a che 1" acqua sia divenuta tiepida. Allora si ag- giunge il cucchiaio di sugo di limone, parte dello zucchero vanigliato, la fecola di pataie e final- mente i bianchi d'uova sbattute alla fiocca, di- menando sempre fino a che jl tutto sia ridotto a pasta perfettamente omogenea. Si versa poi il tutto in una tegghui mila di burro fresco e freddo e si mette la tegghia a lento fuoco sotto e sopra, (piando ha preso \n\ bel color d'oro deve essere spolverizzata di zucchero vanigliato e servita. Questa torta per dessert è delicatissima, poco costosa, leggerissima allo stomaco e riconfortante, sicché serve assai bene per convalescenti, per bambini, ecc. Ha poi questa proprietà (rara nella pasticceria) che si conserva più giorni senza ir- rancidire, senza nulla perdere né di gusto né ili leggerezza. I »ane ilolcw (l'ini- de Sululi'). 461. Sorta di pane indispensabile, dirò cosi, ai Genovesi nel giorno del S. Natale e nelle altre due successive solennità del primo giorno del- l'anno e dell'Epifania. Esso differisce di molto da quello che Vendesi tutto l'anno dai pastic- cieri; è molto più gustoso e sostanzioso. Lavera maniera di manipolarlo è la seguente: Preludete quattro chilogrammi di fior di farina, separatene uno e impastatelo con 200 grammi di buon lievito che abbia almeno 21 ore e tant'acqua
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