RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia
L ’ARTE DI ESSER FELICI 109 chiusi, troppo facilmente il carbone può produrre un’asfissia mortale. Torba, — Formelle. — Nelle località in cui le legna sono rare, si adopera spesso per riscaldamento la torba o il carbone che questa fornisce. Quantunque la sua forza calorifera sia un po’ più potente di quella della legna, la torba, d’ordinario lenta a bruciare, non dà che poco calore e molto fumo. Le formelle di tanno invece hanno molte pregevoli qualità. Carboni minerali. — Coke. — Per quanto riguarda il riscal damento, i carboni che si estraggono dal suolo, secondo che sono più o meno magri o grassi, posseggono qualità ben differenti. La loro potenza calorifera è in generale doppia di quella della legna; ma fra i carboni magri, ve n’ha, come Vantracite, che si accendono molto difficilmente; e fra i carboni grassi, le ligniti o legni fossili, per la maggior parte molto bituminosi, sviluppano tanto odore e tanto fumo, che non riesce proprio possibile di bruciarli se non in istufe che tirino molto forte. Resta il carbon fossile; ma secco o grasso, è raro che non spanda nel bruciare un odore sgradevole di bitume o di solfo, e perfino, quando è umido, una certa quantità d’acido solfìdrico gasoso. Per cui, per quanto vantaggioso pel riscaldamento dei caloriferi e delle stufe, è assai inferiore al coke per bruciare nei caminetti, tanto in riguardo all’igiene come alla comodità. Spogliato nei raffinatoi del gas, di tutte le materie bituminose e solforose che poteva contenere, il coke è ancora carbone quasi puro, che brucia senza fiamma e senza odore, ma spiega un calore considerevole. Si accende difficilmente e si spegne subito che lo si sparpaglia o che la sua massa diminuisce; ma in un caminetto ben guarnito e che tira bene, anche sotto la cenere di cui lo si copre per moderarne la combustione, fornisce un buo nissimo riscaldamento. Mediante polvere di carbone, tritumi di coke e di carbon
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