RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia
L’ARTE DI ESSER FELICI 159 Alle finestre sarà meglio non metter tende, nè panneggiamenti, che s’impregnano delle esalazioni dei piatti e rubano sempre la luce; però si potrà ornare il telajo della finestra di vetri dipinti o semplicemente imitati con foglie trasparenti, tanto più che alcune decorazioni di questo genere uniscono ormai al prezzo più acces sibile un effetto artistico molto soddisfacente. Si sceglierà di preferenza sugli altri un mobilio di quercia o di noce in istile Enrico II o Luigi XIII, comprendente una tavola quadrata o rotonda monopoda e aprentesi in mezzo per ricevere un certo numero d’assi d’ac crescimento; un gran buffet a scansie e uscioli vetrati dove chiudere l’argen teria e i servizi di tavola ; una dozzina di buoni sedili coperti di cuojo stam pato, di solido marocchino o di stoffa resistente. Si completerà il mobilio con una tavola da scalcare, posta più che è possibile vicino alla credenza, e con uno scaldavivande di gran dimen sione, perchè in un pranzo tutti i cibi grassi possano esser mangiati in piatti caldi. Sotto la tavola, e più largo di essa, si stenderà d’inverno un tappeto sof fice; d’estate stoini di paglia intrec ciata su cui prima del pasto si poseranno, secondo la stagione, scaldini o sgabelli per le signore. Riscaldamento. — Non è meno importante per la buona dige stione quanto per il semplice conforto di ottenere nella sala da pranzo una temperatura media di quindici gradi centigradi. Or dinariamente a tale scopo il locale è scaldato da un caminetto o da una stufa ceramica dove si brucia indifferentemente legna o Sedia Enrico II a colonnine
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