RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia

162 I BISOGNI DELLA VITA ma per quanto eleganti possano essere questi lampadari, hanno sempre il torto grave di mandare da un’altezza troppo grande la loro luce bianca e rigida che si rifrange sui piatti, affatica la vista e projetta d’alto in basso sul viso degli invitati ombre sgradevoli. Non è nostra intenzione parlar •qui del servizio di tavola, nè del­ l’ordinamento d’un pranzo. Spetta al padrone e alla padrona di casa l’esecuzione dell’ alto e diffìcile compito, insieme alla cura co­ stante del benessere e della sod­ disfazione dei loro invitati. E prima di tutto non si do­ vranno mai riunire in una volta che un numero limitato di com­ mensali, affinchè ciascuno, sacri­ ficando le sue abitudini e i suoi comodi al piacere che si ripro­ mette, non sia deluso nella sua aspettativa e possa sedersi, man­ giare e discorrere alla tavola dove è ricevuto senza soggezione o im­ barazzo. Non v’è per certo più Lampadario per sala da pranzo. nOJOSa Schiavitù in Società Che quella dei pranzi di cerimonia, dove si manca di spazio, dove non si sa a chi parlare, nè su che tono, dove non si può senza scomodare ad ogni momento il vicino procurarsi il pane o ver­ sarsi da bere. Oltre alla profonda noja che generano, questi fastidii esercitano i più deplorevoli effetti sulla digestione e non è dav­ vero una gentilezza per gli amici l’attirarli in simile trappola.

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