RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia

L’ARTE DI ESSER FELICI 173 Soffice, elastica, coperta di cuojo o di marocchino piuttosto che di stoffa, dev’essere una buona poltroncina da lavoro e avere uno schienale basso ed imbottito, perchè, raddrizzandosi, le reni trovino un solido appoggio. Sulla scrivania, che riceverà la luce da destra a sinistra, è utile, qualunque sia la’ sua forma, di collocare un leggio abba­ stanza alto per potervi scrivere comodamente senza incurvarsi; meglio ancora sarebbe lavorare sovente in piedi sopra uno scrit- tojo speciale, una credenza o qualunque altro mobile che si farà collocare in vicinanza d’una finestra o in qualche altro sito bene illuminato. Riscaldamento. — Illuminazione. — D’inverno la temperatura del gabinetto di lavoro non può essere inferiore a diciotto gradi, e per mantenerla a questo livello bisogna far oggetto d’una attenta sorveglianza il caminetto dove si fa fuoco. Scaldando il locale con una stufa od un calorifero, a dir vero, si è sbarazzati da questa preoccupazione ; ma si arrischia allora d’aver troppo caldo e di subire tutti i disturbi delle emanazioni carboniche, privan­ dosi nello stesso tempo dell’allegra vista della fiamma e del pia­ cere di stuzzicare il fuoco, così caro alla maggior parte degli scrittori e dei filosofi. La questione dell’illuminazione artificiale è non meno impor­ tante, ma più facile a risolversi. Una buona lampada ad olio, cir­ condata da un ampio paralume opaco che riflette bene la luce, è difatti il solo apparecchio che si possa ancora impiegare nei lavori di tavolino senza troppo inconveniente per gli occhi. Oltre al mobilio speciale, la biblioteca e la scrivania, che carat­ terizzano il gabinetto, un certo numero d’altri oggetti, quali car­ telle, casellari, vetrine, scaffali, possono trovar posto nel gabi­ netto di studio, tanto più utilmente quanto meglio in rapporto colla professione ed i gusti del padrone di casa. Uno scienziato non adotterà dunque perciò gli stessi mobili d’un letterato, l’ar­

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