RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia
182 I BISOGNI DELLA VITA minor attenzione e minori cure. Il gusto per i fiori produce infatti una delle più belle gioje dell’esistenza e basta potervi con sacrare pochi minuti al giorno. Non occorre, per ciò, possedere nè un vasto giardino, nè un’ajuola, nè una serra calda. Una cassetta sul balcone, alcuni vasi su una finestra esposta a meriggio, bastano a soddisfare questo godimento; e questi giardinetti sospesi, anche nei quar tieri più pppolati, possono esser teatro di fenomeni interessanti, di meravigliose fioriture. Una vite vergine, un rosajo rampicante, aggrappati alle sbarre di un verde pergolato, un quadro di campanelle e di cobee, una guarnizione di piselli d’odore o di fagioli di Spagna, rendono più chiaro ed allegro quel lembo di cielo che si vede dalla finestra, nella caliginosa atmosfera delle città. L’ annaffiatura quotidiana d’una pianta di viole del pensiero, d’un cespo di balsamine o di petunie, basta per rompere la noja di un’esistenza sedentaria; il gradevole aspetto di un tropeolo o d’un garofano i cui colori sfolgoreggianti attirano e fermano lo sguardo viene spesso a cambiare in meglio il corso di idee mono tone o penose. Su qualsiasi ristretto spazio che la si pratichi, questa orti- cultura aerea procura, all’ operaja che lavora, al filosofo che pensa, al malato che languisce nella stanza delle visite svariate ed impreviste. Di buon mattino sono i passeri del quartiere che vengono a beccare nel verde, pigolando ; poi giungono le api, serie, meto diche, farragginose, che si ficcano, già tutte infarinate di polline, nel tubo semi-aperto dei fiori giovani, per succhiarvi una goc ciolina inzuccherata, in cambio del messaggio amoroso che por tano. Seguono le farfalline bianche, leggiere, vispe, allegre, posan- tesi qua e là, sulle corolle d’oro e d’argento, il tempo appena di stender le ali ; non di rado pure è qualche grosso e pigro cala
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