RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia

L’ARTE DI ESSER FELICI 187 siture del legno dove gli atomi nocivi potrebbero ficcarsi. Non battere nè spazzolare i mobili se non all’aria aperta, fuori del­ l’appartamento, asciugarli con un panno asciutto, un cencio di lana, e lavarli, se si può, con una spugna intrisa in una solu­ zione antisettica di borace o di timol. Turare finalmente tutti i recipienti, tu tti i vasi, e tener al riparo dalla polvere le sostanze liquide o solide che servono all’alimentazione. Per quanto semplici sembrino queste sole precauzioni, oltre che assicurerebbero la pulizia della casa, contribuirebbero pur anco molto alla sua salubrità. Utilissime e commendevoli in qualsi­ voglia circostanza, dovrebbero mettersi rigorosamente in pratica specialmente in tempi di epidemia. LA V I L L A . La vita in campagna non è meno piacevole nè meno buona della vita di città; e se troppo spesso i cittadini considerano con aria di compassione i contadini, questi non invidiano altrettanto la sorte di quelli, come i borghesucci potrebbero crederlo. Il desiderio solo di guadagnar denaro, è quello che spinge i campagnoli verso le città; mentre, regolarmente, anche il più stoico degli abitanti di grandi città, prova l’imperioso bisogno di andare ai campi a riposarsi, respirare un po’ d’aria pura, cibarsi di un nutrimento sano, e, anche per un giorno solo, contemplare un vasto orizzonte, un cielo azzurro,, i prati ver­ deggianti. Nello stesso modo che è più naturale, la vita rustica è anche più tacile, più dolce della vita di città; e di certo offre al citta­ dino che può prenderne l’abitudine, maggiori attrattive ancora

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