RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia

L’ARTE DI ESSER FELICI 251 nè pioggia forte; ed in ciascuna delle buche scavate in preven­ zione, si colloca verticalmente la pianticella che deve occuparla, dopo averne delicatamente rinfrescata la chioma delle radici. Si ricopre il piede delPalberetto, buttandovi sopra la terra e l’ in­ grasso deposti al bordo della buca; si calpesta e s’inaffia modera­ tamente, perchè il vegetale sia presto e bene in contatto col suolo, e si finisce con lo stendere intorno al tronco una spessa copertura di paglia. Per quanto corta sia la radice, non bisogna neppure conficcare a una profondità troppo grande l’alberetto, nello scopo di meglio rinfrancarlo. Anche tenuto calcolo dell’affondamento che non manca di prodursi, è importante il lasciare sopra il suolo la corona dell’innesto. Riparo contro i geli. — Quando si ottengono da un frutteto dei buoni risultati, ci s’interessa facilmente alle sue piante, non si risparmiano le cure, e ci si esercita così nelle operazioni fon­ damentali dell’albericoltura. Nei nostri climi, gli alberi fruttiferi hanno qual loro nemico capitale i geli primaverili, e non v’ha nulla di più doloroso per colui che li coltiva, come il veder scomparire in una notte tutte le promesse di una fioritura meravigliosa. Malgrado sia sempre difficilissimo di procurar loro un riparo sufficiente, si giunge sovente a preservare almeno una parte del raccolto, disponendo al disopra degli alberi più esposti una copertura provvisoria, fatta con leggiere tettoje di paglia o con stuoje. Applicabili specialmente alle spalliere al disopra delle quali si possono con poca spesa attaccare al muro degli stores fìssi, queste precauzioni messe in pratica attentamente, hanno il van­ taggio di risparmiare al frutticultore un completo disinganno, permettendogli di raccogliere annualmente una considerevole quantità dei migliori frutti. Getti e margotte. — Quand’anche ci si occupi poco delle nostre piante fruttifere, vi sono alcuni lavoretti che ben presto si per­

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