RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia

254 I BISOGNI DELLA VITA non si raggiungono simili risultati senza una profonda cogni­ zione dei sistemi che permettono di ottener lo scopo, sistemi che l’esperienza sola insegna, dopo le lezioni di un abile giar­ diniere. Per potare si adopera ordinariamente una forbice appo­ sita, un falcetto e qualche volta una seghettina. Si pota nel­ l’inverno per formare la massa principale e dirigere i rami degli alberi; si pota nell’estate per moderare e regolare lo sviluppo dei ramoscelli. In qualunque modo si poti un albero fruttifero, è cosa essen­ ziale di dare alla massa una forma simme­ trica, acciocché il succo si distribuisca in modo uguale. Ciò si ottiene ordinariamente potando molto corti i rami vigorosi e lasciando lun­ ghissimi quelli deboli; rialzando questi ultimi ed abbassando invece i primi; e se tutto ciò non basta, occorre asportare, col servirsi solo delle unghie, le gemme sui rami forti. Per agevolare sugli alberi troppo robusti c eso je . ja produzione delle gemme da frutto, si tagliano molto lunghi i rami della massa principale; si smussano colle unghie 0 si torcono le gemme già sviluppate ; mediante una seghettina si eseguisce al piede dell’albero, molto in basso, un’incisione anulare di quattro o cinque millimetri al più, e questa basta perchè il succo non salga altrimenti. Per ciò che riguarda l’altezza e la forma a dar loro, si divi­ dono gli alberi fruttiferi in due categorie; gli alberi da frutto a granelli o semi, come i peri ed i meli, le cui gemme porta- frutto non si sviluppano sui rami che in capo a tre anni; e g l i alberi a frutti a nocciolo, quali sono i peschi, i susini, i ciliegi, 1cui frutti sono portati esclusivamente dai rami giovani ogni anno. Ai peri, piantati generalmente isolati, si dà, in special modo,

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