RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia

26 I BISOGNI DELLA VITA La fisionomia femminile essendo svariata per lo meno quanto i gusti e le fantasie dell’uomo, si spiega facilmente come il ritratto tipico della bella donna sia difficilissimo a delineare. Ben di raro si annette una speciale importanza alla forma degli orecchi, che qualsiasi donnina, appena appena un po’ civettuola, riesce, con sufficiente facilità d’altronde, a nascondere sotto i capelli, allor­ quando sono mal conformati o troppo grandi; eppure dall’ e­ same soltanto di questi organi, si può sovente dedurne utili indicazioni. Ben fatto e di bel colore rosa tenero, l’orecchio annuncia una sana costituzione che riposa su buoni antecedenti ereditari. Il colore giallognolo di cera che si riscontra spesso in molte delle abitanti delle grandi città, è un indizio certo di clorosi e di anemia; i rossori, le escoriazioni, gli scoli che possono manifestarsi in fondo alla conca, tradiscono l’eczema, il linfaticismo e la scrofola. Il naso stesso, la cui azione e l’effetto sono nella fisionomia, relativamente a quelli dell’orecchio, tanto considerevoli; il naso ha le sue rivelazioni, malgrado che occupi un piccolo posto. Si dice che: « naso grosso non ha mai sciupato viso ». Questa è una esagerazione bella e buona; poiché di tutti gli organi del volto, è certamente quello che meglio deve armoniz­ zare cogli altri. Troppo corto, non è soltanto sgradevole a vedersi, ma in molti casi è indizio di scrofola; e spesso un nauseante odore esce da certi nasi dalle narici sollevate. La bocca, quando è disegnata pura e che finisce in due labbra rosee, graziose, è, non di rado, la più potente attrattiva di una donna. Sui suoi bordi, dove si fa la congiunzione della mucosa con la pelle, comincia, per così dire, l’organismo interno; ma le missioni diverse che questo orifizio è chiamato ad adempiere, ne fanno, oltre all’ingresso alle vie digestive, la vera porta dello spirito e del cuore. E la bocca che parla, che promette; è dessa che innamora, o fa disperare; essa che fa il musino, o che sor­

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