RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia

L’ARTE DI ESSER FELICI 29 possibile d’intelligenza e di moralità. Fra i piccoli benestanti di oggigiorno, le ragazze, in generale, sono perfettamente istruite e ben educate. Avvezze a quella vita semplice che permette la modesta agiatezza, non hanno nè la superbia, nè le pretese, nè le idee di lusso, nè i gusti spenderecci delle ricche ereditiere. Avendo quasi tutte imparato a star in guardia contro i rovesci di fortuna ed i colpi inattesi, esse sono econome, amano lavorare e formano, per lo più, maritate a bravi giovanotti, graziose ed eccellenti donne di casa. Più difficile è trovare, invece, nelle operaje di magazzino quell’insieme di qualità. Il magazzino è di certo un’aspra scuola per le ragazze. Vi si parla troppo liberamente, vi si chiacchiera, vi si ride; non si lascia sfuggire mai un’occasione per canzonare un po’ la morale. E tuttavia, a Parigi stesso, dove tante sedu­ zioni e facilità le invitano di continuo, le ragazze di magazzino valgono generalmente più della loro riputazione. In gran parte, sono strettissimamente sorvegliate dalle mamme « che non can­ zonano »: per cui, quantunque d’umore gajo e di lingua sciolta, conservano più spesso di quanto non si creda un’assoluta vergi­ nità di cuore e di corpo. Meravigliosamente belle a volte, esse sono spesso pure intelligentissime e premunita contro le tenta­ zioni. Conoscendo perfettamente il loro valore, non gettano così scioccamente al primo cascamorto capitato ciò che il signor Dumas, ben a ragione, riconosce essere un « capitale ». Queste ragazze, unite con bravi mariti, diventano saggie e coraggiose donne, qualche volta un po’ permalose in famiglia, ma assai meno su­ scettibili di lasciarsi adescare dalle proteste d’un adoratore, dalle insulse proposte d’un seduttore. Quando si lasciano trascinare, prima del matrimonio special- mente, è perchè, quasi sempre, hanno in famiglia i peggiori esempi sott’occhio: un padre briacone, una madre scioperata, che lungi dal sorvegliarle, le incoraggia nel vizio; spesso, poi, sono mal­

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