RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia
L’ARTE DI ESSER FELICI 3 9 5 Derivano dalla gran cicoria selvatica, i cui fiori d’un bell’azzurro si mostrano d’ estate sugli orli delle strade, e devono al loro amaro certe proprietà depurative che le han rese reputate tra il popolo. Orazio apprezzava la cicoria selvatica, oggi quasi abban donata per la cicoria riccia, Yescarola, l'endivia, imbiancate colla soffocazione, e anche per la lunga barba di cappuccino che vien scolorata coltivandola d’inverno nelle cantine. Gli spinaci stanno a capo d’un altro gruppo vegetale com mestibile, appartenendo alla famiglia delle chenopodee, che si compone della bietola, una cui varietà, il cardo, passa per ali mento sanissimo, deìYatrepice e della porcellana, che si man giano in insalata o preparati nell’aceto. Gli spinaci sono di così leggero valore nutritivo da venir chiamati la « scopa do1lo sto maco ». Sono originari dell’Oriente e non si conoscono nei nostri paesi che da due secoli. Dei diversi altri legumi erbacei che servono alla nostra ali mentazione, parecchi si consumano ancora in quantità conside revole, così Vacetosella associata ordinariamente ai cibi più so stanziosi e da cui si estrae in alcune località il sale di acetosella; il sedano, stimolante aromatico il cui tipo selvatico è conosciuto sotto il nome di appio palustre; la valeriana ortense e il macerone o smirnio comune nei prati, nei giardini e nei colti; i cardoni che si coltivano all’incirca come i carciofi e di cui si mangia soltanto la costa delle foglie, il crescione finalmente, il salutare crescione di fontana, coltivato in grande nei dintorni di Gonesse per lo straordinario consumo che se ne fa a Parigi. I cavoli, grazie allo spessore ed alla ricchezza nutritiva delle loro foglie, tengono il mezzo, dal punto di vista alimentare, tra le erbe e le radici leguminose. Il capo stipite comune di tutte le varietà conosciute è il cavolo campestre , che i preziosi servigi resi dai suoi discendenti devono far considerare come uno dei più utili legumi dei nostri giardini. Secondo la grossezza del garzuolo, lo stato
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