RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia
402 I BISOGNI DELLA VITA grigiastra dai profondi alveoli; la clavaria ramosa che rammenta un cespuglio di coralli. Per quanto siano inoffensivi, questi funghi, appena colti, de vono esser mondati, lavati con cura, indi gettati per alcuni mo menti nell’acqua bollente. Poi si accomodano in vari modi: col burro, coll’ olio, colle erbe aromatiche ; se ne guarniscono le carni scipite, e se ne fanno 'frittate di sapore eccellente. Dal punto di vista gastronomico, nessun fungo è migliore del tar tufo, il « diamante della cucina », come lo ha chiamato Brillat- Savarin. Nessun condimento infatti per sapore e profumo può paragonarsi al tartufo nero, che si raccoglie d’inverno nei boschi di quercie del Périgord. Sepolto a quattro o cinque pollici di profondità, al piede degli alberi, lo Si indovina spesso dalle fendi ture e dai crepacci del suolo; ma per scoprirlo si ricorre quasi sempre al Auto speciale dei porci o dei cani ammaestrati in questa ricerca. Nei grandi pranzi il tartufo è la guarnizione ob bligata della pollanca o della dindia arrosto. Se ne mette nelle salse, nelle galantine, nei pasticci, e i buongustai raffinati li ser vono anche interi sotto salvietta o in un intingolo. Non è raro allora il caso che si mangi eccessivamente di questo delizioso fungo e che venga poi da alcune persone giudicato riscaldante, stimolante, eccitante o semplicemente indigesto. F R U T T I . Uso e coltura dei frutti. — Se l’estate ci prostra qualche volta co’suoi calori eccessivi, -se ci dissecca le fauci scaldando fuor di modo l’atmosfera che respiriamo, non ci compensa essa in parte di questi fastidii regalandoci a profusione i frutti rinfrescanti e saporiti, maturati dai suoi primi raggi? Questi frutti così belli e buoni, così graditi all’occhio, dolci al palato e salutari al corpo,
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