RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia
L’ ARTE.DI ESSER FELICI 403 sono i benvenuti appena cornpajono nei nostri mercati e sono serviti sulle nostre tavole. Pur troppo, non tutti possono andare nei boschi a coglier fragole, nè a cogliere ciliegie sulFalbero, nè perdersi pei prati in allegra compagnia a scuotere i gravi rami dei prugni. Ma quando è giunta Testate, ognuno può andare alla cesta d’un venditore e per pochi soldi empire un paniere di frutti eccellenti, compo nendosi sul momento uno dei pasti più igienici e gradevoli. La produzione dei frutti è una delle ricchezze della Francia. Anche negli anni in cui i geli tardivi distruggono due terzi del raccolto, ne resta sempre abbastanza, non solo per il consumo lodale, ma per spedirne altresì all’estero una buona parte. I soli verzieri o giardini da frutti occupano sul territorio nazionale una superfìcie di circa ottocentomila ettari; e nelle contrade più pro duttive, l’arboricoltura, oggi praticata da abili orticoltori, fa ogni anno grandi progressi. Oltre che nei giardini degli amatori dove sono coltivati colla più gran cura frutti di tutte le specie e delle migliori varietà, si possono considerare in Francia due regioni pomologiche ben distinte; una al nord-ovest, l’altra al sud, e ciascuna produce, secondo le esigenze del clima, i suoi alberi speciali. Frutti primaverili. — La fragola è coltivata ormai un po’ dappertutto col miglior successo, e in t ’arigi giornalmente non ne entrano meno di trecentomila chilogrammi, dalla metà di maggio alla metà di giugno. Così, per poco che la stagione sia favorevole, le fragole sono frutti che ognuno può procurarsi sui mercati al minimo prezzo. Le primaticce ci sono spedite dalla Provenza in vasetti. Vengono quindi le fragole di Bordeaux; final mente, in barche o vetture, quelle della Bretagna e dei dintorni di Parigi. Colle ultime fragole fanno la loro apparizione i lamponi dal profumo più penetrante e soave, malgrado la loro polpa più
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