RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia
404 I BISOGNI DELLA VITA dura e meno facile a digerirsi; i lamponi che, secondo i poeti, fornivano nelle età mitologiche la soave e deliziosa ambrosia, cibo degli Dei. Press’a poco nello stesso tempo e da tutte le parti ci viene l’acido ribes: il rosso, il roseo, il bianco, il nero e l’uva spina, più grossa, che una volta era impiegata come agresto per rin forzare il sapore dei pesci ufi po’ scipiti. Precoci e abbondanti più di tutti, quando sono sfuggiti ai primi geli, i frutti del gruppo dei prugni ci offrono fin dal principio della stagione molte specie stimate a buon diritto per la loro polpa delicata e sugosa. Le prime sono le ciliegie, amate dai ragazzi non meno che dagli uccelli: le duracine, le dolciastre, le piccole o cuori di pic cione, dolci e fresche alla bocca, che ci giungono specialmente dalla Guascogna e dalla Linguadoca; le belle ciliege di Montmo- rency, le amarasche e le inglesi dalla polpa agretta, vantaggio samente coltivate sotto il clima di Parigi; la piccola visciola, comune nei nostri boschi allo stato selvatico, ma non utilizzata su ambe le sponde del Reno che nella fabbricazione del kirsch e d’altri liquori. Vengono quindi le 'prugne. Sono saporite, dolci, carnose, esa lano un buon odore di bengioino, soddisfano ad un tempo l’odo rato ed il gusto e rallegrano la vista colla spolveratura zuc cherina di cui sono coperte. Da tutte le parti della Francia le prugne vengono spedite in mucchi a Parigi. Sgraziatamente quella fina polvere ambrata che le fa giudicare cosi delicate al gusto quando si possono co gliere dalla pian ta, va perduta colla freschezza negli urti e nelle scosse del viaggio. Insieme alle prugne sono spedite le mandorle e le albicocche, vicine prossime nella stessa famiglia, malgrado le loro profonde differenze di aspetto e di gusto. Si mangia la polpa succosa della
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy ODkxNTE=