RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia

L’ARTE DI ESSER FELICI 405 meliaca, dell’albicocca reale, e il nocciolo tenero e croccante della mandorla, delicata sopratutto quando il guscio è tenero. Frutti estivi. — Generalmente, quando riceviamo questi buoni frutti, la primavera è presso a finire, ma appena i calori estivi cominciano a farsi sentire maturano a loro volta molte altre specie non meno squisite, che vengono a prender il posto delle prime. Quali frutti, per esempio, più appetitosi delle magnifiche pe­ sche dai colori di porpora e d’oro, le cui sfere vellutate sono così sapientemente disposte nelle mostre dei venditori di frutta? Non corre tosto l’acqua in bocca appena si guardano? Ecco la vera pesea, la cui carne si stacca dal nocciolo, la durace dalla polpa aderente, quindi la pescanoce sprovvista di peluria e che molto rammenta col suo gusto e col suo aspetto la prugna. Le prime pesche sui nostri mercati e sulle nostre tavole suc­ cedono alle albicocche. Da principio ci vengono spedite in gran numero dal mezzogiorno della Francia, e certe di esse godono a buon diritto un’eccellente riputazione. Ma in settembre è Mon- treuil che ci spedisce i suoi prodotti, e se la natura è qualche volta vinta dall’ingegno dell’uomo, bisogna convenire che non lo è mai tanto come nella produzione della mirabile pesca di Montreuil! Dobbiamo anche a proposito di questo bel frutto fare una considerazione d’igiene? Ammettiamo che sembra qualche volta un po’ pesante, un po’ freddo allo stomaco, e che la sua digestione è forse in tal caso alquanto difficile. Ma di solito basta mangiarló con vino e zucchero, perchè non presenti più alcuno di questi inconvenienti. In ogni paese la stagione delle pesche è altresì quella dell’wm, che nei nostri climi matura dall’agosto al settembre. L’uva è un frutto dei più salubri, purché sia ben matura e se ne faccia uso

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