RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia
L ’ARTE DI ESSER FELICI 411 l’uva, che basta far seccare al sole perchè sia impedita la loro alterazione; altri, come le cotogne e le albicocche, di cui si fanno paste gustosissime; altri poi, specialmente quelli di piccolo volume, come le ciliegie, le prugne, le noci, che si conservano nell’ac- quavita o di cui si fanno liquori e ratafià di famiglia. COND I MENT I . Utilità dei condimenti. — Sia per necessità fisiologica, sia per abitudine, noi non ingeriamo i nostri alimenti senza aggiungervi una piccola dose di alcune sostanze più o meno sapide per rin forzarne il sapore- o per addolcirne e correggerne il gusto. In tutti i paesi e su tutte le tavole questi ingredienti sono indispensabili. Alcuni sono speciali a certe contrade, dove del resto sono perfettamente d’accordo col regime alimentare della popolazione, mentre altri, facilissimi a procurarsi dappertutto, sono d’un impiego generale nella cucina di tutti i popoli civili. Secondo la loro natura e le loro proprietà fisiologiche, i con dimenti esercitano un’azione affatto diversa sopra i nostri organi digestivi. Ve ne sono di salini i quali non concorrono meno alla nutrizione che alla digestione; ve ne sono di acidi che rinfre scano, di grassi che riscaldano bruciando nei tessuti, di zucche r in i che piaciono alla bocca, ma che nauseano lo stomaco, e di aromatici dal sapore forte che producono una viva eccitazione sulle vie digestive. Sale. — Il sale marino è il più usato dei condimenti e dal punto di vista dell’igiene non serve soltanto a rinforzare il sapore delle vivande, ma ha una parte importantissima nella nutrizione e noi non potremmo sopprimere il su’o uso senza provare i più gravi inconvenienti. Il sale infatti sembra essere uno degli ele menti essenziali del sangue. Dà ai muscoli la forza ed allo sto
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