RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia

L’ARTE DI ESSER FELICI 423 e più fortificanti: il vino, la birra, il sidro e altri liquori fermentati. A tavola per mangiar' bene, digerir bene e riparare com­ pletamente le spese dell’organismo, un liquido alcoolico preso in dose moderata, per esempio il vino tagliato con acqua, è certa­ mente la bevanda per eccellenza, tonica e rinfrescante. Ma non si beve soltanto ai pasti. Appena i saggi, così rari ai nostri giorni, possono essere regolati e sobrii a questo punto. Si beve anche, sopratutto d’estate, per calmare la sete ardente pro­ vocata dal menomo esercizio o dalla minima elevazione di tempe­ ratura, quando il tempo si mette al temporalesco e non un soffio traversa la soffocante atmosfera. Bevande igieniche. — In queste condizioni, che cosa bisogna bevere dunque? E, prima di tutto, da che deriva che la sete è così grande quando fa caldo? A quest’ultima domanda è facile rispondere. È il sudore, come si può indovinarlo senza essere un gran fisiologo, che deter­ mina e sovreccita la sete. Colla traspirazione infatti il sangue perde una parte notevole dell’acqua che lo fluidifica, e l’urgente bisogno di bevere che si manifesta allora non è, per così dire, che il grido del sangue spogliato, il quale domanda istantemente che gli sia resa l’acqua perduta. Tutto il problema dell’estinzione della sete consiste dunque nel restituire di mano in mano al sangue l’acqua che perde; e la buona acqua chiara è quella che fa perfettamente all’uopo. Ma la fisiologia, per quanto sia rigorosa e severa, non esige che ci teniamo sempre all’acqua pura. Essa dimostra anche che l’escrezione del sudore è una funzione faticosa e ammette quindi benissimo che se l’acqua è destinata a spegnere la sete, non è male che ad essa venga aggiunto un principio avente principal­ mente per scopo la riparazione delle forze. Da ciò si può ragio­ nevolmente concludere che la miglior bevanda di cui si possa

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