RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia
L ’ A R T E DI E S S E R FELICI 435 abilmente mescolati con vini più alcoolici e più zuccherati ; finalmente sono giunti — poiché il progresso non è una vana paro la— a fabbricare di sana pianta i vini senz’uva, la cui base è una tintura, una macerazione più o meno complessa di cam peggio e sambuco; lo zucchero, un glucosio ottenuto chimica mente dalla trasformazione [di una fecula, e l’elemento tonico, l’alcool, un detestabile spirito di patate distillate! Anche quando si fa entrare in questi miscugli una certa quan tità di vino naturale, è sempre lo spirito di patate, l’alcool ami- lico, quello che s’impiega per restituirgli la forza che gli si leva tagliandolo; ma questa operazione troppo in uso, se assicura la conservazione del vino, non fa che nuocere sempre più alle sue qualità e alterarne profondamente le proprietà igieniche. All’aggiunzione dell’alcool amilico, dev’essere sopratutto attri buita l’estensione oggi tanto considerevole dell’ alcoolismo, questo fatale avvelenamento dei bevitori che termina spesso col delirio furioso e la paralisia generale. Prima che si sviluppasse questa dannosa industria, ilj vino naturale, anche preso in eccesso, rara mente determinava questi spaventosi accidenti. Esso inebriava, abbrutiva il bevone, gli faceva perdere momentaneamente, insieme alle forze, la coscienza e la ragione, ma almeno non gli degra dava il cervello e gli lasciava, dopo il dissiparsi dei fumi alcoo lici, un organo press’a poco capace ancora di apprezzare la sua sciocchezza e di pentirsene. Malattie del vino. — Quando non sono di qualità irreprensibile, i vini continuano ordinariamente a fermentare nelle botti e spesso nella primavera che segue l’incantinamento, inacidiscono, si gua stano o sono presi da altre alterazioni provocate come le prece denti dallo sviluppo di funghi microscopici nella massa liquida. Queste, secondo le più recenti dottrine, sono le cause molto probabili delle malattie del vino, comprovate da ciò, che basta,come ha dimostrato Pasteur, scaldare il liquido a 60° per preservarlo
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