RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia

42 I BISOGNI DELLA VITA rebbe un po’ troppo comodo, via ; ed i bei giovani, gli uomini di talento, diverrebbero allora cosi numerosi, che finirebbe per diventar un merito davvero l’ essere soltanto nella quantità un brutt’ uomo o un semplice imbecille. Influenza avita. — Eredità. — Il Aglio non trae soltanto dai genitori, ma pur anche dalla doppia serie di parenti di questi. Il neonato riassume e riunisce in sè i loro caratteri; e quan­ tunque nella pluralità dei casi, presenti in ispecial modo i caratteri del padre e della madre, è ben raro che non si scorga in esso, in pari tempo, una maggiore o minore influenza di qualche altro ascendente dal lato paterno o materno. Sono, insomma, i nonni del fanciullo che determinano la forma del corpo, la struttura, la costituzione, il temperamento, la fisio­ nomia, come pure le sue disposizioni, le qualità, le propensioni intellettuali. Come quelle buone o cattive fate che ci descrivono le leggende, accorrenti alla culla del neonato per dotarlo di virtù preziose o di orribili difetti, all’istante preciso in cui ogni germe umano è fecondato, gli antenati del nuovo essere che si forma, sembrano veramente venire in massa per comunicargli questi o quegli altri caratteri fisici e morali. Nonni e nonne, avoli e bisavoli, dopo i genitori, ognuno trasmette qualche specialità del proprio spirito o del proprio corpo; di modo che il figlio, fin dal giorno in cui nasce, non è un essere assolutamente nuovo. Egli riporta nel mondo, amalgamati in un nuovo corpo, dei pezzi, per dir così, de’suoi antenati diversi; eredità fatale, di cui sentirà per tutta la vita la buona o la cattiva influenza. L’ inevitabile « destino » che già riconoscevano gli antichi, senza sospettarne la causa, pesa adunque, senza dubbio, su ogni novella creatura, e questo destino, ora non lo ignoriamo più, è l ’ eredità che lo costituisce e lo determina. Ai loro discendenti, i genitori e gli avi, non lasciano infatti

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