RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia

488 I BISOGNI DELLA VITA tagliato il lato interno della suola. È una cosa a cui nessuno bada, e il taglio ovale consacrato da un uso inveterato, non solo ha per effetto di deviare le dita, ma anche di esporle a tutte le conseguenze dell’attrito reciproco. In città gli uomini portano stivaletti di pelle di vitello, di ca­ pretto, guarniti sui lati da elastici abbastanza solidi per man­ tenere accollata la calzatura alla gamba dopo l’introduzione del piede. Le donne preferiscono stivaletti o scarpette di panno guar­ nite di cuojo molle, allacciate anteriormente od abbottonate di fianco. D'inverno, col cattivo tempo, può esser utile, se si teme il freddo ai piedi, coprire gli stivaletti con soprascarpe di cuojo o di cauciù e interiormente di suòle di crino o di peduli di lana. D’estate, invece, sarà bene sostituire allo stivaletto, troppo caldo, 10 scarpino scoperto di forma Molière o Richelieu, non meno elegante che igienico. Per casa nulla è più gradevole della pan­ tofola, di cui i modelli variano all’infinito, dal mignolo scarpino di raso o di velluto fino alla calzatura di feltro, dove il piede, libero da ogni compressione, può liberamente allungarsi ed al­ largarsi ad agio. Guanti e manicotti. — La mano, fatta per toccare, afferrare e lavorare, non può star sempre coperta di un vestito che impaccia più o meno queste importanti funzioni. Così, per leggiero che sia, 11 guanto di filo, di seta o di pelle, quando non è che un sem­ plice oggetto di teletta elegante, non ha realmente altra utilità che di proteggere momentaneamente la mano inattiva. Inoltre, Scarpa Richelieu. Pantofola. Scarpa di feltro.

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