RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia
L ’ A R T E D I E S S E R F E L I C I 4 9 5 La glicerina, la gomma, la bismalva, la mucilaggine di co togno, che s’incorporano alla pasta, non tolgono, come si crede, le sue proprietà astringenti. Pur facendo uso in larga misura di un sapone ben preparato, senza il quale non è possibile la net tezza, è dunque buona cosa evitare l’abuso. Se dopo la lava tura giornaliera il viso resta qualche volta sensibile, si può, senza inconvenienti, rinfrescarlo e preservarlo dal contatto irritante dell’ aria impolverandolo con un impalpabile fior d’amido o di riso, per mezzo di un piumino. Mesco lata sovente a bismuto di una pu rezza dubbia, la polvere di riso, sia pure sottilissima, non conviene sempre a -tutte le epidermidi. Otturando le glandole della pelle, essa la infiamma e sovente determina per tal modo alla super ficie eruzioni e rossori di aspetto disaggradevole. Contro questi lievi inconvenienti, non meno che, per la disoppilazione dei pori della pelle, possono venir adoperate moltissime lozioni igie niche di una efficacia reale. Le più attive sono quelle all’acqua di rosa, al borace, al timol, al bengioino, ridotte in nebbia dal polverizzatore, e che vengono così molto vantaggiosamente di rette su tutti i punti invasi da pustolette e da macchie. Non c’ò bel viso senza bella bocca, e la prima condizione della vaghezza della bocca è la sua assoluta pulizia. Il rosa te nero delle labbra non deve essere deturpato da alcuna escoriazione, da alcuna fessura nè screpolatura. Bisogna dunque ogni mattina lavarne la mucosa con acqua fresca, guardarsi bene dal tingere o ravvivare con una preparazione qualunque il colorito naturale, e accontentarsi, se per caso si escoria, di passarvi un semplice strato di glicerina o di vaselina pura. Alla freschezza delle labbra deve corrispondere la perfetta bianchezza dei denti. Ciò si ottiene Scatola e pium ino per la cipria.
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