RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia

5 1 2 I B I S O G N I D E L L A V I T A amorosi ravvivano d’una fiamma ardente e la gelosia d’una luce selvaggia. I begli occhi devono avere grandi e fine palpebre, ricche di quei lunghi cigli che si vedono nelle belle spagnole e che le donne galanti delle nostre città cercano invano d’imitare tingendo l’orlo delle loro palpebre .ombreggiate al disopra di fuliggine, con una listerella di bruno. Naso. — Non basta che un naso sia per sè stesso senza di­ fetti, perchè non guasti un bel volto, deve anche essere in per­ fetta armonia colle altre linee, talché ben poche sono le persone, che considerate sotto questo doppio punto di vista, possano sfug­ gire alla critica. Un naso ci sembra infatti veramente bello, allorquando è di­ ritto, regolare, di lunghezza quasi eguale a quella della fronte, dalla quale non è diviso che per una leggiera depressione alla sua radice. L ’aquilino, a dispetto della sua pretesa nobilesca, è sgradevole ed anche ridicolo allorché è troppo lungo o troppo corto, non essendo più gradevole del naso sfrontatamente rinca­ gnato o grossolanamente camuso. In maggior parte immobile, il naso manca ordinariamente di espressione. L’arricciamento della sua pelle, tuttavia, denota molto bene la ripugnanza e l’odio; la dilatazione delle nari, il buon umore ed il piacere. Bocca e denti. — È alla bocca come agli occhi che è serbata la facoltà d’esprimere i sentimenti più intimi persino col silenzio, di maniera che riesce facile a spiegarsi come la bellezza della bocca non è meno essenziale alla fisionomia di quella degli occhi. Una bocca per essere graziosa non deve essere nè troppo grande, nè troppo distante dal naso. Oltre ad essere piccola, bisogna an­ cora che sia disegnata correttamente e che le sue labbra di un fresco incarnato, si appoggino mollemente l’una contro l’altra senza sporgere. Dal minimo difetto nella configurazione della bocca, risulta quasi sempre un’espressione caratteristica che riesce

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