RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia

L’ARTE DI ESSER FELICI 519 di un contorno seducente; la gola unita, senza concavità nè spor­ genze, deve unirsi con una pendenza insensibile al doppio globo dei seni, eguali in volume, sodi e prominenti. Il busto così mo­ dellato deve possedere inoltre un candore di neve, qualità che è relativamente facile a ottenersi per mezzo di una densa spalma­ tura di cold-cream e di polvere di riso, ma che non è degna di essere apprezzata se non quando è proprio naturale. Mani e piedi. — Una bella mano entra sempre come grande fattore delPassieme delle seduzioni muliebri, e non a torto, attesoché la perfezione della mano si tira a dietro di necessità la grazia del corpo e l’eleganza degli atteggiamenti. Da così fatti caratteri, per verità ben attraenti, quando sono innati alla persona, risulta quella squisita « distinzione » quasi esclusiva, bisogna pur con­ venirne, alle famiglie aristocratiche, ove essa è ad un tempo frutto di una educazione speciale e di una lunga trasmissione ereditaria. È cosa universalmente nota che in ogni tempo la delicatezza delle mani e la picciolezza dei piedi furono, a giusta ragione, con­ siderate come un segno di razza. La mano si giudica ben fatta dalle giuste proporzioni del palmo e delle dita, che devono essere, quello lungo, stretto, paffutello, queste leggiere, affusolate, rotonde alle estremità e fornite di belle unghie color rosa. Un piede grazioso si rivela anche sotto lo stivaletto che lo calza, e molti conoscitori sostengono l’opinione che, « veduto il piede, la gamba si indovina », ed apprezzano la donna dalla sola forma del suo piede. Talflata la mano, ordinariamente coperta dal guanto, deve mostrarsi nella sua casta e graziosa nudità. Ed allora, sia che si esamini semplicemente la mirabile sottigliezza de’ suoi movimenti o l’eloquente linguaggio de’ suoi menomi gesti, si senta il dolce contatto di una carezza affettuosa, ovvero si riceva la stretta leale di un amichevole saluto, non bisogna mai scoprirvi, nè col