RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia
522 I BISOGNI DELLA. VITA Dopo una lunga giornata di fatica e di lavoro, è cosa sì na turale e piacevole quella di riposarsi, avvolti in un’ampia veste da camera e coi piedi protetti da due calde pantofole. Al diavolo gli importuni e gli affari ! liberi e lieti dedichiamoci allora intie ramente a quelli che ci amano! Vicino al caminetto, il-padrone di casa si diverte a leggere, la padrona si occupa di qualche lavoro d’ago, e chini sul tavolo nel cerchio di luce bianca che il paralume projetta sul tappeto, f i bimbi sfogliano i libri illustrati, si esercitano in piccoli lavori ricreativi, si istruiscono guardando le imagini. Allora è lecito di mettersi in libertà, di parlare senza circospezione, di stirarsi, di sbadigliare, di fare anche un sonnellino nel seggiolone e di andar a letto di buonora se così piace.! È una vita semplice, banale, borghese senza dubbio, ma non è guari possibile di tro vare di meglio. Forse si crede di spassarsi di più frequentando le conversa zioni? Certo che un convegno serale organizzato da persone ama bili, sinceramente e largamente ospitali, procaccia qualche piacere alle donne sempre desiderose di piacere, agli uomini che cercano di crearsi relazioni gradevoli e, potendo, anche utili. Ma oggidì, quando non si voglia gettare il denaro a piene mani dalla finestra, il ricevere convenevolmente è diventato un affare difficile! Un ricevimento che non sia splendido è quasi ridicolo, e se v’ha una famiglia che sa far le cose per bene, cento altre ve ne sono nelle quali sotto gli orpelli di un lusso apparente si scorgono le tracce della ristrettezza, della meschinità e della lesineria! D’altra parte ogni dì più la moda od il gusto per la danza va perdendosi, e nelle sale, anche in quelle più in voga, lo scarso numero e la poca valentìa dei ballerini rendono spesso le feste da ballo pesanti e grottesche. Nelle famiglie ricche in oggi vediamo quasi generaln; ?nte
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